UNIRSM Dal disagio al disturbo psicologico in soggetti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Dal disagio al disturbo psicologico in soggetti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Autore

Rosaria Bandelli

Anno

2018

Tipo

Tesi

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Il presente elaborato è dedicato all’approfondimento degli aspetti psicologici spesso sottovalutati e presi poco in considerazione all’interno di un quadro già complesso di per sé che è che caratteristico dei soggetti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Per comprenderne al meglio la complessità è importante ricorrere ad un approccio integrato che mette in correlazione tutti gli aspetti del disturbo, non trascurando quindi gli aspetti emotivi, psicologici, neuropsicologici e relazionali che lo caratterizzano.

Una visuale più ampia concede soprattutto ai clinici di avviare percorsi di valutazione, diagnostici e di intervento maggiormente profondi con lo scopo ultimo di assicurare il benessere psicologico dell’individuo.
I DSA hanno un origine molto antica, un breve excursus storico mostra il percorso fatto fino ad arrivare all’ approvazione della legge specifica sui DSA ovvero la legge 170 dell’8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” (Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale N. 244).La presente legge rappresenta una svolta importante e tra gli aspetti che fa emergere si ricorda l’importanza di una maggiore riflessione culturale e professionale su ciò che oggi significa svolgere la funzione docente e quanto sia fondamentale il ruolo delle istituzioni scolastiche nel garantire l’introduzione di strumenti compensativi e misure dispensative ai fini di migliorare la qualità della vita dei soggetti con DSA.

L’Istituzione scolastica diviene dunque un luogo di costruzione e trasformazione delle conoscenze a favore di un cambiamento cognitivo contraddistinto da un pensiero critico e riflessivo e di conseguenza efficace ovvero metacognitivo. La didattica metacognitiva rappresenta un ottimo punto di partenza.
Il mancato riconoscimento del disturbo o l’attribuzione ad altre cause, si traducono in atteggiamenti disadattivi dei docenti e della famiglia, contribuendo quindi all’aumento dei problemi psicologici correlati.

Di fondamentale importanza è pertanto il riconoscimento del problema: l’insegnante è in una posizione privilegiata per l’osservazione ed è quindi responsabile del riconoscimento dei primi segnali di difficoltà. Il suo intervento precoce può essere di grande aiuto.
L’impatto che la percezione di disabilità ha sul funzionamento sociale, emotivo, educativo e professionale della persona può essere significativo a seconda delle circostanze di vita, delle relazioni interpersonali, dei punti di forza e delle debolezze individuali.

Fino all’età adulta i DSA possono avere un effetto negativo sul funzionamento globale della persona.
L’esperienza clinica e i dati delle ricerche indicano infatti, che i disturbi dell’apprendimento si presentano spesso in associazione a disturbi emotivi e comportamentali dovuti a grandi sofferenze emotive durante l’infanzia e l’adolescenza (Mugnaini et all., 2008).
Affinché ogni persona con DSA possa vivere meglio le proprie difficoltà e superare gli insuccessi, si ritiene rilevante che sia caratterizzata da alcune risorse personali come ad esempio: l’AUTOEFFICACIA e LOCUS OF CONTROL INTERNO. Quando vengono a mancare tali risorse insorge il sintomo emotivo più diffuso in assoluto ovvero l’ANSIA. E questa sensazione di non riuscire a controllare i comportamenti avversi può portare il soggetto a rifugiarsi nella così detta IMPOTENZA APPRESA.
Il DSA presentano quindi molto spesso diverse COMORBIDITA’. Nello specifico la comorbidità può essere:

  • INTERNA (tra i diversi sottotipi di DSA: dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia)
  • ESTERNA (con altre condizioni psicologiche e mediche

Un primo passo per procedere nella direzione di un approccio integrato e più ampio della valutazione dei DSA è conoscere l’esistenza di test e questionari per somministrazioni di tipo individuale o di tipo collettivo, compilati dal soggetto interessato o dai familiari. Essi portano alla luce alcuni degli aspetti emotivi tendenzialmente patologici propri delle persone caratterizzate da DSA.
Spesso sono associati a strumenti più specifici di diagnosi e forniscono un’interpretazione valida del benessere dell’individuo favorendo così una progettazione degli interventi mirati.
Successivamente si può procedere con la messa in atto di alcune strategie utili dirette sul bambino o ai genitori o alla scuola.
Un obbiettivo futuro ad esempio potrebbe essere quello di includere gli aspetti psicologici nei protocolli diagnostici e nei programmi di intervento extra-curriculari. Resta fondamentale la diagnosi specifica e chiara delle difficoltà identificate, che però da sola non può risolvere anche tutti i problemi psicologici.

Valutazione e Trattamento Neuropsicologico dei DSA
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