Carolina Lenzi
Anno
2018
Tipo
Tesi
l DSA è caratterizzato da una estrema eterogeneità nei quadri clinici, sia rispetto alle diverse dimensioni della disabilità, sia rispetto alla sua evoluzione a distanza (Ruggerini et al., 2004).
La presenza di un disturbo di apprendimento può essere una circostanza che si accompagna a grandi sofferenze emotive nell’infanzia e, in tal senso, può concorrere a determinare una deviazione patologica dello sviluppo e, considerato l’alto grado di comorbilità rilevato tra DSA e psicopatologia, sia che lo si legga come co-occorrenza, sia che lo si legga come conseguenza, è doveroso che il clinico che si occupa di stabilire diagnosi e progetto terapeutico di un paziente con DSA si interroghi sull’opportunità o meno di affiancare alla riabilitazione neuropsicologica/logopedica del paziente una psicoterapia (Luci e Ruggerini, 2010).
L’argomento trattato mi sembra di particolare rilevanza in questo momento storico dello studio e della ricerca sui DSA, poiché nel corso dell’ultimo ventennio si è cercato di scorporare il DSA, disturbo di tipo neuropsicologico su base neurobiologica, dalle problematiche psicoaffettive del paziente (ibidem).
Oggi finalmente sono riconosciute la basi neurobiologiche di questa tipologia di disturbi, tanto che nel DSM V, i Disturbi Specifici di Apprendimento rientrano nei Disturbi del Neurosviluppo, insieme ad ADHD, Disturbi dello Spettro Autistico, Disturbi del Linguaggio ecc. e quindi è proprio in questo momento storico che possiamo permetterci, come clinici, di tornare a considerare la rilevanza degli aspetti emotivo-affettivi nei pazienti che presentano un Disturbo Specifico di Apprendimento, e di suggerire, nei casi in cui si valuti che sia altamente necessario, l’affiancamento di una psicoterapia alla terapia riabilitativa neuropsicologica/logopedica (Luci e Ruggerini, 2010).
Nel presente lavoro si prenderà quindi in esame il rapporto tra i disturbi Specifici di Apprendimento e Psicopatologia nell’età evolutiva, partendo dalla comorbilità tra i due.