Pubblicazioni

La collana Lectures on Memory raccoglie conversazioni tenute da docenti di fama internazionale in occasione dell’omonimo evento annuale organizzato dal Centro di Studi sulla Memoria del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di San Marino. Il tema della memoria è qui indagato nelle sue diverse forme e applicazioni: dalla storia alla psicologia, dalla letteratura all’arte, dal cinema al gioco.

 

Il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di San Marino, congiuntamente al Centro Studi sulla Memoria,  ha iniziato una collaborazione con  la casa editrice il Mulino per una collana di volumi dal titolo: Senso e cultura  – Testi, immagini, memorie.

Senso e cultura si basa sull’idea innovativa di un ideale dialogo intergenerazionale fra un giovane ricercatore/trice italiana e un autorevole e affermato autore/trice straniera. I volumi infatti, di dimensione contenuta tra le 100 e 120 pagine, saranno composti di due sezioni: in una verrà tradotto un importante saggio inedito di un nome straniero già affermato e di richiamo per il pubblico italiano. Nell’altra un giovane ricercatore/trice italiana scriverà un saggio lungo a partire dal testo tradotto.

I temi toccati dai saggi scelti riguarderanno, in senso ampio, il campo degli studi culturali, con una particolare, ma non esclusiva,  attenzione ai temi della memoria e ad ogni forma di testualità, dai testi verbali alle immagini agli audiovisivi.

Gli studi sulla costruzione sociale della maschilità traggono linfa dalla definizione di maschilità plurali, proposta negli anni Novanta da Raewyn Connell nel suo «Masculinities». In seguito a diverse riletture critiche del frame teorico proposto, Connell pubblica due contributi che tentano di inquadrare il concetto di maschilità egemone in senso contemporaneo e secondo le sfide poste dal mondo globale. A partire dalla rilettura dei testi della sociologa australiana, proposti per la prima volta in traduzione italiana, il volume si interroga sulle nuove forme di maschilità alimentate dal digitale, con uno specifico focus rispetto alle forme di maschilità difensiva costruite all’interno della cosiddetta «manosphere». La costruzione contemporanea delle maschilità si muove anche nel territorio virtuale, andando a configurare un affresco variegato, stratificato e a volte sfocato. La teorizzazione sistematica proposta da Connell costituisce una valida bussola per orientarsi all’interno di questa variegata e complessa geografia.

Antonella Capaolbi

Nell’ambito degli studi sulla memoria culturale, la rappresentazione del trauma a livello familiare è certamente un tema centrale. Tra gli autori e le autrici che hanno contribuito maggiormente a questo dibattito c’è la studiosa femminista Marianne Hirsch che, a partire dagli anni novanta, conia un concetto che sarà poi globalmente riconosciuto come uno dei principali paradigmi per interpretare i processi di mediazione del passato: la postmemoria. Come si trasmette la memoria di un trauma a livello familiare? È giusto parlare di trasmissione? O è necessario adottare una differente prospettiva? Quale ruolo hanno le generazioni successive che ereditano il trauma come «linguaggio di famiglia»? Che contributo può dare l’arte nella ricostruzione di questo passato difficile? Partendo da queste domande, in questo libro si discute il concetto di postmemoria da una prospettiva interdisciplinare, proponendo per la prima volta al pubblico italiano la traduzione di tre testi di Marianne Hirsch (uno co-scritto con Leo Spitzer) che hanno segnato tre momenti fondamentali nell’evoluzione del concetto.

Mario Panico

Come si narrano le migrazioni e come se ne trasmette la memoria? Se il museo, l’archivio e il monumento sono le forme istituzionali della memoria dello Stato-nazione, i movimenti migratori mettono in crisi il quadro sociale e semiotico entro cui si racconta il passato e se ne trasmette la memoria. Nato da un progetto presso il Centro di ricerca sull’emigrazione della Repubblica di San Marino e il suo Museo dell’emigrante, il volume raccoglie dieci contributi che riflettono sulle forme della memoria pubblica nel racconto delle migrazioni. La scelta di riunire il punto di vista di studiosi e operatori culturali offre al lettore una riflessione sui modi di narrare e trasmettere la memoria delle migrazioni nel mondo contemporaneo a partire da casi di analisi e concrete esperienze di progettazione.

Daniele Salerno

Patrizia Violi

Di fronte allo sterminato archivio di dati e notizie che ci sommerge ogni giorno, l’antico ruolo della letteratura sembra impallidire: nessun romanzo riesce a eguagliare la complessità delle cronache contemporanee, con i loro aggiornamenti in diretta, mentre milioni di intrecci e storie straordinarie sono alla portata di un clic. In una società di retromaniaci, persino l’obiettivo di “fare memoria” appare superfluo. Gli “Oggetti Narrativi Non-Identificati” che oggi si affacciano nelle librerie, cercano di essere all’altezza di questa sfida…

Wu Ming 2

“Vorrei parlare di che cosa succede della musica, del folclore, della città, della modernità, della memoria. Parto dalla musica perché tutto il lavoro che ho fatto negli ultimi anni nasce da un’intuizione e una pratica di Gianni Bosio che individuava nella musica popolare (distinta dalla popular music) un luogo della memoria delle classi non egemoni, e in quanto tale una fonte essenziale per ricostruire dall’interno una storia del mondo popolare.” (Alessandro Portelli)

Alessandro Portelli

Le più strane immagini e le più fantasiose associazioni hanno popolato le mnemotecniche fin dall’antichità producendo misteriosi agglomerati verbo-visivi la cui interpretazione è spesso una scommessa, in mancanza di un codice uniforme e condiviso.

Umberto Eco

Si può ovviare a una scarsa memoria giocando? Nel corso dell’Ottocento in molti hanno raccolto la sfida. Dai giochi di società inventati da Mark Twain alle video installazioni degli artisti contemporanei, il ricorso all’espediente ludico ha caratterizzato diversi episodi nel percorso delle mnemotecniche moderne, arrivando a trasformare i sistemi di memoria tradizionali, fatti di immagini, in apparati immersivi tridimensionali.

Paolo Castello

Il gioco può assumere molte forme nella vita quotidiana, le più insospettabili. Camuffate sotto l’ambigua maschera del gioco, dello scherzo, dell’ironia sanno nascondersi tensioni, mistificazioni, insicurezze capaci di sclerotizzarsi in uno schema apparentemente ludico di comportamenti coatti e copioni fissi e ripetitivi di cui si è dimenticata l’origine.

Marina Mizzau

Alla scoperta di una raccolta di opere d’arte che rappresentano consapevolmente un giorno del calendario, rivelandolo nell’immagine con indizi visibili o impliciti; segnalandolo nel titolo come elemento strutturale dell’opera; giocando – talvolta – con il tempo reale.

Antonella Sbrilli

Centro Studi sulla Memoria
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