UNIRSM News Circa cento partecipanti al convegno dell’Università di San Marino sul degrado e la vulnerabilità sismica di ponti e viadotti

Circa cento partecipanti al convegno dell’Università di San Marino sul degrado e la vulnerabilità sismica di ponti e viadotti

Coinvolto il corso di laurea in Ingegneria Civile con la docente Francesca Dezi, insieme ad Atenei italiani e inglesi

Un progetto di ricerca di Ingegneria Civile che vede la partecipazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino è stato selezionato dalla “Seismology and Earthquake Engineering Research Infrastructure Alliance for Europe” (SERA) per rientrare nel programma ”Horizon 2020 – Research and Innovation”, finanziato dalla Commissione Europea.

Al centro dello studio una serie di test orientati ad approfondire le conseguenze che le piene dei fiumi hanno sulle pile dei ponti che hanno base, appunto, nel letto dei corsi d’acqua. “Partiamo da una constatazione: i crolli sono causati più spesso da questi fenomeni che dai terremoti, perché le piene si verificano ogni anno, quindi con maggiore frequenza rispetto agli eventi sismici”, spiega Francesca Dezi, docente dell’Ateneo sammarinese. “Lo studio, attraverso il quale andremo ad analizzare le dinamiche che si verificano in queste condizioni, è finalizzato a una progettazione avanzata per le nuove strutture, con un conseguente aumento della sicurezza”.

Nell’ambito del progetto, a fine maggio, sono previste alcune analisi nel sito Euroseistest, vicino a Salonicco, in Grecia, dov’è presente una struttura di dimensioni reali sulla quale verranno realizzati gli studi previsti. Il gruppo di ricerca coinvolge Dezi insieme a dieci colleghi provenienti dall’Università Politecnica delle Marche e dagli Atenei inglesi di Strathclyde e Surrey.

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