In Lombardia un convegno internazionale sul ruolo delle realtà accademiche nell’implementazione della Convenzione di Istanbul
L’Università degli Studi della Repubblica di San Marino ha presentato due progetti sull’eliminazione della violenza contro le donne e domestica nell’ambito di una conferenza internazionale sul ruolo delle realtà educative e accademiche nell’implementazione della Convenzione di Istanbul, adottata nel 2011 dal Consiglio d’Europa.
Durante l’evento, che il 27 e 28 ottobre ha raccolto all’Università Bicocca di Milano una serie di figure attive nel mondo della ricerca da Paesi come Francia, Germania, Bulgaria, Turchia e Polonia, sono stati illustrati nello specifico un percorso realizzato al Centro di Formazione Professionale di Serravalle (CFP) e una seconda iniziativa dedicata agli studenti del corso di laurea in Comunicazione e Digital Media dell’Ateneo sammarinese.
Nel primo caso le ragazze che frequentano il triennio per diventare estetiste hanno truccato le foto di alcune donne internate nel manicomio di Imola nella seconda metà del 1800, lavorando su immagini tratte dal libro “Melanconia con stupore“ di Karen Venturini, docente dell’Ateneo sammarinese e coordinatrice di un progetto che ha permesso alle adolescenti di scoprire le storie coinvolte e mettersi in relazione con le protagoniste.
Il secondo approfondimento è stato invece curato dalla professoressa Maria Elena D’Amelio, in cattedra per le lezioni di “Inglese – Media and Gender” dell’Università di San Marino: in aula sono stati individuati e analizzati, attraverso casi di studio, gli stereotipi emersi in film e serie televisive che hanno di recente affrontato temi come sessualità e crimine, allargando inoltre la prospettiva ai contenuti presenti sui social.
A rappresentare l’Ateneo sammarinese durante la conferenza di Milano sono state proprio le due docenti, che hanno ripercorso le attività svolte dal 2008 dall’Università di San Marino sul territorio con il coordinamento delle opere di sensibilizzazione e prevenzione, nonché attraverso un’ampia serie di percorsi di formazione rivolti a magistrati, forze dell’ordine, ordini professionali, operatori dei settori socio-sanitari, personale scolastico e mediatori familiari, in collaborazione con l’Authority per le Pari Opportunità.
“A ciò – spiegano le accademiche – si aggiunge la formazione del Laboratorio per l’Educazione all’Identità di Genere, nel quale cooperano ricercatori di diverse discipline impegnati su idee e progetti formativi”.
Venturini e D’Amelio hanno infine espresso la volontà, da parte dell’Ateneo sammarinese, di redigere il primo Bilancio di Genere, nel quale individuare quante sono le donne e gli uomini presenti fra i prof e nello staff amministrativo dell’Università, nonché tra gli studenti, con l’obiettivo di individuare eventuali squilibri e misure di intervento. Da includere, inoltre, un’analisi sull’impatto delle attività messe in campo in ambito accademico sul tema.
La conferenza di Milano è stata organizzata da OCEAN, progetto del Consiglio d’Europa nel quale sono raccolti i network accademici incaricati dello sviluppo di carte e convenzioni, e Università in Rete Contro la Violenza di Genere (UNIRE), del quale fanno parte istituzioni, centri di ricerca e studiosi.