La puntata fa parte di un’iniziativa realizzata dalla Biblioteca Gambalunga e dall’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea
Patrizia Di Luca, responsabile del Centro Studi Permanente sull’Emigrazione dell’Università di San Marino, ha curato il secondo episodio della podcast serie “Rimini in guerra 1943 – 1945”, realizzata dalla Biblioteca Gambalunga e dall’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea per raccontare le storie di chi ha affrontato violenza, fame e paura nel capoluogo romagnolo, ma non solo, durante la seconda guerra mondiale.
Dal titolo “Il mare alle spalle – lo sfollamento da Rimini”, l’approfondimento offre agli ascoltatori l’opportunità di ripercorrere le principali dinamiche che hanno toccato la riviera quando in tanti, a causa dei bombardamenti, hanno lasciato le proprie case per raggiungere il Titano, territorio neutrale: “È stata un’esperienza particolarmente traumatica”, afferma Di Luca nei circa 30 minuti del podcast. Interessate anche la Valmarecchia e la Valconca: “Le persone sono state costrette a lasciare le loro abitazioni, a fuggire allontanandosi con pochi bagagli”.
In parecchi, viene evidenziato, si sono mossi a piedi: “E l’emergenza ha coinvolto anche la burocrazia, con la necessità di censire il territorio sammarinese”, prosegue l’accademica. “È importante sottolinearlo, San Marino non ha mai chiuso i propri confini”. E ancora: “C’è stata una gestione diretta da parte delle autorità del Titano che hanno invitato la popolazione, attraverso delle emanazioni legislative, a fissare degli equo canoni, delle tariffe eque per gli alloggi. I sammarinesi e gli italiani arrivati a causa dei bombardamenti hanno così condiviso le durezze e le mancanze del periodo bellico”.
A spostarsi in repubblica, inoltre, alcune istituzioni: “Per esempio il Comune di Rimini, che ha aperto un ufficio per gli sfollati dal quale ha distribuito le carte annonarie, visto che San Marino aveva fatto degli accordi per distribuire il cibo all’interno del territorio. Grano, un po’ di burro, pochissimo zucchero e olio. Cinquanta grammi di pane al giorno a testa”. Si sono trasferiti anche degli istituti bancari: “Dal luglio 1944, quando la città di Rimini era ormai vuota, le pensioni e gli stipendi pubblici italiani sono stati pagati da Banca d’Italia alla stazione ferroviaria di Dogana”.
La puntata integrale, presentata in un evento pubblico il 29 dicembre scorso nella chiesa di San Bernardino, a Rimini, è disponibile sulla piattaforma Spotify.