L’Ateneo sammarinese è presente inoltre con un progetto che coinvolge il corso di laurea in Design
Il Rettore dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, Corrado Petrocelli, interverrà venerdì 19 maggio all’inaugurazione del Padiglione del Titano alla 18esima Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia con una lezione, di circa 30 minuti, ispirata dal titolo dello spazio: “Ospite ospitante”.
La cerimonia si svolgerà dalle ore 17 all’interno della Fucina del Futuro (Castello, 5063b) e nelle aree aperte di Calle e Campo San Lorenzo: a prendere la parola, oltre al Rettore, personalità del mondo della cultura, rappresentanti istituzionali, accademici e non solo.
Oltre alla partecipazione di Petrocelli, l’Ateneo sammarinese è protagonista del Padiglione grazie al ruolo di Commissario rivestito da Riccardo Varini, direttore del corso di laurea in Design.
Un gruppo di ricerca composto da studenti e designer ha inoltre collaborato, insieme ai colleghi di altre realtà accademiche, a un progetto dal titolo “Ecologia dell’altro”, con focus sul dialogo con le comunità locali.
L’iniziativa che vede il coinvolgimento dell’Università di San Marino, nello specifico, occuperà una delle due sale del Padiglione e nei sette mesi della Biennale, sulla scia di una precedente mappatura delle esigenze della popolazione del luogo, ospiterà una serie di attività che interesseranno docenti, studenti, artigiani, commercianti, anziani residenti in una vicina casa di risposo e bambini.
Previsti in questa cornice alcuni workshop, della durata di una settimana, concentrati su progetti legati alle esigenze già espresse da chi vive nell’area. Prevista infine la produzione di arredi mobili, giocattoli, prodotti per anziani e non solo.
“Il Padiglione ha sede all’interno di un’insula che rappresenta una tipica micro-comunità di Venezia – spiega a proposito Varini – con il Campo e la Chiesa di San Lorenzo, la biblioteca di quartiere, una sede della municipalità e una casa di riposo. La posizione del complesso è, quindi, particolarmente indicata per attuare progetti di co-design con la comunità di riferimento, ascoltando i bisogni presenti per mettere in atto un piano strategico pluriennale, sociale, economico e ambientale, di riattivazione sinergica dell’ospitalità nel luogo, all’interno di una concezione eco-sistemica del fare”.