Il docente Pietro Renzi: “La valutazione delle performance garantisce un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane, finanziarie e materiali”
Con una spesa di circa 2.500 euro pro-capite per tutti i servizi socio-sanitari, di 74 euro per la salute mentale e di 800 euro per le malattie legate all’invecchiamento di chi ha più di 65 anni, il Titano rappresenta un “territorio meglio dotato di risorse” rispetto all’area vasta della regione Marche, mentre ha ancora margini di miglioramento nei confronti della provincia canadese del Québec, indicata come un punto di riferimento in questo ambito.
A sostenerlo, dati del 2015 alla mano, sono il ricercatore sammarinese Pietro Renzi e il collega italiano Alberto Franci, docenti del Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. La valutazione è contenuta in uno studio dal titolo “La valutazione della performance nei servizi socio-sanitari: un’applicazione”, pubblicato dalla rivista “Impresa sanità”, periodico di informazione e formazione rivolto ai manager del settore.
L’analisi, scrivono gli autori, ha fornito parametri che riguardano “l’accettabilità, la qualità, l’efficienza e l’equità” dei sistemi sanitari analizzati, con lo scopo di fornire elementi utili a chi è incaricato di “stabilire delle priorità in materia di sanità pubblica”. Nel contesto sammarinese, si legge nella ricerca, l’Istituto per la Sicurezza Sociale (Iss) mostra “una buona performance di capacità finanziaria espressa dalla spesa pubblica pro-capite per tutti i servizi sanitari”. Nella cornice dei dati raccolti si rileva inoltre che il Titano investe meno delle altre realtà analizzate nella formazione, con una percentuale dello 0,216% del budget. Nell’ambito dei “bisogni della popolazione”, il 100% dei sammarinesi conta su un medico di famiglia e dichiara di avere un medico regolare.
“L’identificazione di un corretto modello per la valutazione dei sistemi sanitari — spiega Renzi commentando la pubblicazione della ricerca — è un passo fondamentale per le aziende sanitarie. In quest’ottica la possibilità di adozione da parte dell’Iss di un quadro concettuale di valutazione della performance olistico garantirebbe un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane, finanziarie e materiali, oltre a un miglioramento dei servizi erogati. Inoltre l’eventuale adozione concertata di un modello comune con le realtà sanitarie limitrofe o di interesse per l’Iss aprirebbe la possibilità di confrontare i diversi sistemi sanitari tra di loro, portando un ulteriore beneficio nella possibilità di applicare correttivi sugli aspetti più critici dei vari sistemi. In quest’ottica i quadri concettuali di valutazione della performance olistici, che prevedono un insieme molto ampio di indicatori rilevabili, permettono una maggior profondità nell’analisi e una maggior efficacia nell’azione progettuale e correttiva”.