Lente d’ingrandimento sulla fascia 11-24 anni, dove emergono “ricchezza delle esperienze” ma anche “alcune criticità”
Oltre la metà dei sammarinesi fra gli 11 e i 24 anni d’età, per la precisione il 52%, “risulta attivo e iscritto a una qualsiasi federazione” sportiva. Poi le cose cambiano, con un “crollo significativo nella fascia 20-24”, sulla scia di un precedente calo “già dopo i 13 anni” dovuto, “presumibilmente”, al passaggio “alla scuola secondaria di secondo grado”, cioé le superiori. Ma c’è dell’altro.
L’analisi viene riportata nel libro “Giovani e sport nella Repubblica di San Marino”, realizzato attraverso le ricerche del Dipartimento di Scienze Umane dell’Ateneo sammarinese e curato da Anita Magalotti. Presentato oggi nella sede del Comitato Olimpico Nazionale Sammarinese (CONS), nel complesso del Multieventi di Serravalle, il volume mette in luce la “ricchezza delle esperienze sportive attivate e, allo stesso tempo, alcune criticità” presenti sul Titano, con l’obiettivo di “contribuire a un ulteriore sviluppo qualitativo”, si legge nel testo dell’opera.
Attraverso interviste, questionari, focus group e documenti, l’autrice ha analizzato la situazione presente nel 2022 e offerto una serie di interpretazioni sul “rapporto tra sport e scuola, la qualità delle campagne promozionali e il forte orientamento verso la dimensione agonistico-competitiva”.
Le ricerche dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino hanno inoltre permesso un confronto tra la partecipazione femminile e quella maschile, dal quale è emerso “un forte sbilanciamento” con le ragazze ferme al 36%. Fra le ragioni rintracciate vengono indicati il “maschilismo, differenze di obiettivi e interessi, competizione, difficoltà interpersonali ed emotive che rendono difficile sopportare la pressione dello sport agonistico”. Ampliando le cifre a tutte le età, sul Titano nella lista rosa la maggior parte di donne e ragazze pratica nuoto, ginnastica e pallavolo. In quella azzurra i primi tre posti sono occupati da calcio, nuoto e ciclismo.
Tornando alla diminuzione registrata dai 13 anni in su, e in particolare fra i 20 e i 24, “le principali motivazioni emerse includono la limitata possibilità di scegliere il livello di impegno richiesto, l’elevata pressione da parte degli allenatori e del contesto, l’impossibilità di conciliare l’impegno scolastico o un cambiamento negli interessi e nelle priorità”.
L’opera, pubblicata dalla casa editrice FrancoAngeli, propone inoltre prospettive e analisi sulle caratteristiche di allenamenti e competizioni, sui rapporti con la scuola e sui profili dei tecnici e delle famiglie, approfondendo inoltre gli sport speciali e offrendo un confronto con l’Emilia – Romagna.